La paura

Ciascuna emozione prepara il corpo a un tipo di risposta: quando abbiamo paura, il sangue affluisce verso i muscoli scheletrici in modo da facilitare la fuga e al contempo, il corpo si immobilizza, come pietrificato, anche solo per pochi secondi, forse per valutare se non convenga nascondersi. Immaginate che state attraversando la strada e ad un certo punto sopraggiunge a velocità sostenuta una macchina: la vostra reazione istintiva sarà probabilmente quella di correre il più velocemente possibile per evitare di essere investiti.  La paura è quindi una emozione primaria, cioè indispensabile alla sopravvivenza. Tuttavia, alcune volte, la paura quando non viene adeguatamente gestita, può generare dei grossi problemi di adattamento e in casi estremi può dare la morte alla persona che ne è vittima. Le fobie, che generano da paure di cui molto spesso si è perduto il ricordo cosciente, possono bloccare il normale andamento della vita di una persona costringendola a limitazioni della propria libertà e a cerimoniali inutili dal punto di vista pratico, ma vissuti come rassicuranti ed essenziali al benessere fisico e psichico da colui che li adotta.

Sono molte le persone che vengono a dei compromessi con le proprie paure inconfessate e che quotidianamente autolimitano il proprio raggio d’azione nel tentativo di sfuggire a situazioni altrimenti conflittuali. Tale prassi porta con sé un notevole dispendio di tempo e di energia e la chiusura – frustrante per l’individuo – a settori rilevanti della vita sociale.

Una conoscenza approfondita delle dinamiche della paura non serve certo a ridurre le situazioni dannose, tuttavia fornisce dei mezzi per poter controllare meglio i propri stati emotivi.

E’ possibile considerare la storia dell’uomo, allo stesso modo dell’esistenza di ognuno di noi, come una continua lotta contro eventi naturali, sociali, economici eccetera la cui presenza o minaccia genera paura. E gran parte delle energie umane sono certamente impegnate nel fronteggiare quest’emozione e il suo potere dirompente. Oltre alle paure ‘realistiche’ vi sono infatti, come vedremo, anche paure e ansie ingigantite che proliferano nelle pieghe della soggettività individuale alterando la percezione della realtà e frenando l’azione. Esse sono il complesso risultato delle interazioni tra esperienze e organismo e tra il ricordo di comportamenti inefficaci e situazioni contingenti. Le ansie personali producono schemi interpretativi complessi e distorti entro cui gli accadimenti vengono inseriti e interpretati. Se, in uno sforzo coraggioso di chiarificazione, tali schemi non vengono modificati, il loro intrico si fa troppo fitto, il coraggio si spegne, il conformismo o la nevrosi avanzano.

Eppure non tutte le paure sono disorganizzanti e dannose, anzi la Natura ci ha forniti della possibilità di interpretare una serie di stimoli come dei segnali di pericolo e di reagire ad essi prontamente riuscendo così a orientare correttamente l’azione e a sottrarci al pericolo che ci minaccia.

Questo è quanto accade quando la paura è ‘adeguata’ al pericolo e si muove entro limiti funzionali ma non tutti i tipi di paura sono adeguati agli stimoli che li producono e non tutte le persone hanno le stesse reazioni. A volte poi la paura insorge in situazioni in cui non soltanto non è utile o giustificata, ma è decisamente dannosa e ingiustificata. L’emozione perde così la sua originaria funzione biologica e diventa d’ostacolo all’adattamento: lo stato di allarme che crea è eccessivo e troppo prolungato nel tempo.